La rabbia è uno stato emotivo intenso che si attiva nell’individuo in risposta a stimoli sia interni che esterni e alla loro interpretazione cognitiva.
La rabbia è una delle emozioni di base che appartiene all’esperienza umana comune e condivisa a prescindere dall’età, dalla cultura e dall’etnia di appartenenza. La funzione adattiva della rabbia risiede nell’istinto di difendersi per sopravvivere nell’ambiente in cui ci si trova e nel rispondere a un’ingiustizia, un torto subito o percepito, alla percezione della violazione dei propri diritti. La rabbia in alcune circostanze porta all’attuazione di agiti, mentre in altre è repressa o inibita.
È inizialmente suscitata dalla percezione di una minaccia, è presente un’elevata attivazione del sistema simpatico autonomo ed è associata a cognizioni e pensieri di attribuzione e di valutazione che motivano una risposta di antagonismo per contrastare la fonte della minaccia percepita.
La rabbia è uno stato emotivo, mentre l’aggressione si riferisce al comportamento messo in atto. L’aggressività coincide con l’attacco fisico e verbale, mentre la rabbia con il forte malessere.
L’esasperazione, l’ira, l’irritazione, il fastidio, l’impazienza sono stati emotivi, e come tali, di natura intensa ma transitoria, anche se attraverso diversi meccanismi di mantenimento, come ad esempio la ruminazione rabbiosa, possono protrarsi nel tempo e persistere nell’individuo.
La rabbia si accompagna a modificazioni fisiologiche e comportamentali che hanno spesso una funzione di adattamento dell’individuo all’ambiente. Come tutte le emozioni, è un processo multicomponenziale, tra le sue componenti riscontriamo: l’attivazione fisiologica dell’organismo (l’accelerazione del battito cardiaco, l’aumento dell’afflusso del sangue nella periferia del corpo, la maggiore tensione muscolare, la sensazione di calore e iper-sudorazione), la componente cognitiva (interpretazioni cognitive, pensieri, credenze, immagini), la componente fenomenologica (consapevolezza soggettiva, etichettamento lessicale), la componente espressiva e comportamentale (il linguaggio del corpo, le espressioni facciali e la tendenza all’azione).
Queste dimensioni interagiscono tra loro influenzando l’esperienza individuale di rabbia.
Per quanto riguarda invece la manifestazione comportamentale della rabbia a livello mimico e corporeo è simile a quella osservata negli animali. Gli studi di Ekman e Oster (1979) hanno dimostrato che l’espressione facciale della rabbia è simile e facilmente riconoscibile in persone di culture molto diverse.
La dimensione cognitiva gioca un ruolo prioritario nell’esperienza di rabbia, infatti i pensieri negativi che si attivano automaticamente nell’individuo in risposta a un evento/stimolo rinforzano le emozioni negative sfociando talvolta in azioni distruttive (Beck, 1999).
Possibili cause della rabbia:
- essere trattati male, costretti a fare qualcosa contro la propria volontà
- essere abbandonati, venire delusi
- essere traditi, sapere di essere odiati
- essere oggetto di attacchi fisici o verbali
- essere criticati, sentire di aver fallito, fare qualcosa che non viene apprezzato.
La variabile cognitiva è determinante nell’esperienza e nell’espressione della rabbia in quanto è una risposta emotiva ad uno stimolo che viene percepito e dunque interpretato dall’individuo come provocatorio. La rabbia si attiva quando l’individuo interpreta un evento come ostacolo al perseguimento di un proprio obiettivo o quando ritiene di aver subito immeritatamente un torto, un danno.
In altri casi, la rabbia ha la funzione di avvisare della presenza di una minaccia all’autostima, all’immagine sociale e alla possibilità di essere vittima di un’ingiustizia.
Inoltre, le valutazioni del soggetto circa la responsabilità, intenzionalità e consapevolezza attribuite alla persona che compie l’azione ingiusta vadano ad incrementare il senso di ingiustizia e con esso l’emozione di rabbia.
Le emozioni possono diventare causa di sofferenza quando la loro intensità è molto elevata e si protrae nel tempo. La rabbia diviene disfunzionale quando compromette le relazioni sociali o spinge la persona a compiere azioni dannose verso sé, gli altri, oppure verso cose. Lo stato emotivo e la relativa sofferenza sono determinati dal significato che la persona attribuisce agli eventi.
A volte, a seguito di emozioni di rabbia, possono presentarsi emozioni secondarie di vergogna o paura e avverse conseguenze a livello psicologico e sulla salute fisica. La letteratura documenta una forte associazione tra alti livelli di rabbia e problemi di salute, in particolare ipertensione e malattia coronarica. Le persone irritate sono più propense a pensare in modo irrazionale, ad esercitare una scarsa capacità di giudizio e a comportarsi in modo rischioso e imprevedibile.
Diversi studi sul trattamento di problemi connessi alla rabbia e all’aggressività hanno confermato l’efficacia della terapia cognitivo-comportamentale che utilizza diverse tecniche per intervenire e modificare i processi cognitivi e i comportamenti del paziente (Beck, 2011). Queste tecniche si focalizzano sul riconoscimento delle distorsioni e dei bias cognitivi da parte del paziente, sollecitandolo a riconoscere la catena di pensieri e reazioni emotive e comportamentali che si attivano in situazioni diverse, in relazione a stimoli esterni o interni. Il paziente è poi incoraggiato dal terapeuta a disputare i pensieri automatici negativi e disfunzionali, le credenze rigide e generalizzate con cui interpreta le situazioni e gli eventi verificandone la veridicità, la giustificabilità (confronto con i dati di realtà) e la loro utilità. Il paziente viene aiutato a generare credenze alternative a quelle disfunzionali. Gli interventi per la gestione della rabbia si focalizzano sul modo in cui i pazienti percepiscono le provocazioni interpersonali e spesso promuovono la capacità di mettersi dal punto di vista dell’altro.
Spesso, a supporto del lavoro sulla dimensione cognitiva, vengono insegnate al paziente tecniche di rilassamento per controllare l’attivazione fisiologica. Le tecniche di rilassamento e/o la mindfulness associati al protocollo CBT sembrano rendere ancora più efficaci gli interventi per problemi connessi alla rabbia e all’aggressività. Inoltre, sono molto efficaci anche training sulle abilità di problem solving e l’identificazione di comportamenti alternativi, ad esempio attraverso il role playing. Anche interventi di skills training finalizzati al miglioramento della regolazione delle emozioni in generale possono essere efficaci nel trattare difficoltà di gestione della rabbia e delle condotte impulsive ad essa correlate.
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