Chiedere aiuto ad un professionista e intraprendere un percorso di psicoterapia è un atto di amore verso se stessi, perchè vuol dire prendersi uno spazio per riflettere e mettersi in discussione per capire i propri disagi e le proprie difficoltà e voler trovare la giusta direzione per stare meglio. È una scelta importante, una grande opportunità che permette di conoscersi, individuare le proprie risorse interiori e affrontare le proprie insicurezze, paure e difficoltà e aumentare la propria consapevolezza, imparando a comprendere ed ascoltare i propri bisogni emotivi.

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La psicoterapia è, innanzitutto, una relazione umana. Il terapeuta è un essere umano che sta dalla parte del paziente, lo incoraggia e prova a proporre un punto di vista alternativo, che nasce sia dalla competenza professionale sia dalla possibilità di osservare gli eventi dall’esterno. Il terapeuta cognitivo comportamentale lavora insieme al paziente per stabilire gli obiettivi della terapia, formulando una diagnosi e concordando con il paziente stesso un piano di trattamento che si adatti alle sue esigenze. Paziente e terapeuta collaborano, lavorano insieme per sviluppare strategie funzionali che possano condurre la persona alla risoluzione dei propri problemi. Si preoccupa poi di verificare periodicamente i progressi in modo da controllare se gli scopi sono stati raggiunti. Uno dei più importanti fattori della buona riuscita della terapia è, quindi, la capacità di creare una buona relazione tra lo psicoterapeuta ed il paziente detta alleanza terapeutica.

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​La Terapia Cognitivo Comportamentale è la psicoterapia con il maggior numero di studi che ne hanno valutato l’efficacia. Nessuna altra forma di psicoterapia ha dimostrato di essere sistematicamente superiore; La Terapia Cognitivo Comportamentale è in continua evoluzione in base alla ricerca cumulativa e critica. Considerata la sua rigorosa base empirica, la Terapia Cognitivo Comportamentale è il trattamento di elezione per numerosi disturbi: per questi motivi è inserita come terapia consigliata nelle linee guida del National Institute for Health and Care Excellence (Gran Bretagna), dell’American Psychological Association (USA) e dall’Istituto Superiore di Sanità (Italia).