La sindrome pseudobulbare è una condizione causata da lesioni o patologie neurologiche che vanno a intaccare la porzione del cervello deputata al controllo delle emozioni; è caratterizzata da risate e pianti incontrollabili: i secondi molto spesso seguono le prime. Gli episodi possono manifestarsi in contesti del tutto inappropriati, oppure esasperare una reazione che normalmente sarebbe un leggero sorriso, o magari un sottile velo di tristezza ed hanno un impatto devastante sulla qualità della vita di chi ne soffre.
Spesso, infatti, i pazienti tendono all'isolamento sociale, all'ansia e alla depressione.
È la malattia di cui soffre il personaggio di Arthur Fleck, interpretato nel film "Joker" da Joaquin Phoenix.
La sindrome pseudobulbare non influenza il modo di provare emozioni, ma come queste ultime vengono espresse. I pazienti affetti dalla condizione talvolta presentano difficoltà nella masticazione e nella deglutizione, oltre che nella coordinazione della lingua.
Tra le principali cause della sindrome pseudobulbare vi sono lesioni o diverse malattie neurologiche. Un forte trauma cranico scaturito da una caduta, o magari in seguito a un incidente automobilistico, possono innescarla. Tra le malattie, come riportato dalla Mayo Clinic di Cleveland, si segnalano l'ictus, la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), la sclerosi multipla (SM) e patologie neurodegenerative alla stregua del morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson. Tra le altre cause scatenanti note vi sono anche tumori maligni, paralisi sopranucleare progressiva, malattie metaboliche.
La condizione determina spesso un forte imbarazzo in chi ne è affetto e può avere un impatto catastrofico sulla qualità della vita. Chi ne soffre tende a isolarsi e ad essere stigmatizzato, e ciò porta spesso all'ansia e alla depressione, con l'interruzione di rapporti di lavoro e legami affettivi. Poiché il pianto si manifesta con maggiore frequenza delle risate, la condizione viene talvolta scambiata per depressione, ma a differenza di quest'ultima non è caratterizzata da disturbi del sonno o da perdita dell'appetito, e soprattutto gli episodi hanno una breve durata.
Farmaci antidepressivi come quelli triciclici (TCA) e gli inibitori selettivi della serotonina (SSRI) possono essere molto efficaci nel ridurre il numero di manifestazioni incontrollabili della sindrome pseudobulbare. C'è inoltre un farmaco specificatamente approvato per la condizione dalla Food and Drug Administration americana, l'ente statunitense che si occupa di regolamentare farmaci e terapie sperimentali.
Si tratta del destrometorfano bromidrato – chinidina solfato (Nuedexta). Studi clinici hanno dimostrato che ha la capacità di dimezzare il numero di episodi di pianto e risate incontrollate.
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