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  • vanessacalenzo

Il disturbo borderline di personalità

Il disturbo borderline di personalità è caratterizzato da instabilità negli stati d'animo, nelle relazioni interpersonali, nella propria immagine e nel comportamento, scarsa consapevolezza del senso di Sè. Questa instabilità spesso interferisce con la vita familiare e lavorativa, la pianificazione a lungo termine ed il senso dell'identità di un individuo. Le persone con disturbo borderline di personalità hanno difficoltà con la regolazione delle emozioni. Il disturbo borderline di personalità è più comune nelle donne rispetto agli uomini. Tuttavia, attraverso un percorso di terapia, molti migliorano nel tempo divenendo in grado di condurre una vita produttiva. Dal punto di vista sintomatologico, queste persone possono sperimentare intensi attacchi di rabbia, depressione o ansia che possono durare poche ore o, al massimo, pochi giorni. Questi possono essere associati a episodi di aggressività impulsiva, autolesionismo, abuso di droghe o alcool. Le distorsioni nel pensiero e nel senso del Sè possono determinare frequenti cambiamenti negli obiettivi a lungo termine, pianificazione della carriera, ambiente di lavoro, amicizie, identità e sistema di valori. Questi pazienti possono sentirsi annoiati, sperimentare un profondo senso di vuoto o angoscia o sentirsi ingiustamente fraintesi o maltrattati, e hanno una scarsa consapevolezza di chi siano realmente. Tali sintomi sono più acuti quando le persone si sentono isolate o prive di sostegno sociale, e possono investire una notevole quantità di energia fisica e psichica per evitare di avvertire il senso di solitudine. Le persone con disturbo borderline di personalità hanno spesso modelli relazionali e sociali altamente instabili; da una parte possono sviluppare attaccamenti intensi ma tempestosi, ed i loro atteggiamenti verso la famiglia e gli amici possono improvvisamente passare dall'idealizzazione, in cui prevale una grande ammirazione e amorevolezza, alla svalutazione, accompagnata spesso da manifestazioni di rabbia. Queste persone sono altamente sensibili al rifiuto, e reagiscono con rabbia e angoscia alle separazioni. Questa “angoscia abbandonica” sembra essere legata a difficoltà di separazione emotiva da persone importanti quando sono fisicamente assenti, determinando nel soggetto l'insorgenza di sentimenti legati alla perdita ed inutilità. Sono spesso presenti altri comportamenti impulsivi, come fare spese eccessive, il binge eating e i comportamenti sessuali a rischio.

Per quanto concerne l'eziopatogenesi, anche se la causa specifica del disturbo borderline di personalità è sconosciuta, la ricerca sottolinea che sia i fattori ambientali che genetici svolgono un ruolo nella predisposizione ai sintomi ed alle caratteristiche di tale disturbo di personalità. Gli studi dimostrano che molti individui con disturbo borderline riportano un storia di abusi, trascuratezza ed abbandono durante l'infanzia. Il trattamento del disturbo borderline di personalità prevede necessariamente una psicoterapia strutturata, meglio se di orientamento cognitivo-comportamentale. In particolare vi sono alcuni approcci che hanno mostrato efficacia in numerosi studi controllati come la Terapia Dialettico Comportamentale (DBT), ideata da Marsha Linehan. La terapia dialettico comportamentale è un metodo di trattamento basato sui principi della terapia comportamentale e sui concetti della filosofia buddista di accettazione e compassione.

La terapia EMDR è importante per l’elaborazione dei traumi, vista la relazione forte fra traumi dello sviluppo e questo tipo di disturbo di personalità.

Fondamentale è interrompere i comportamenti aggressivi o autolesivi, che spesso esitano in ospedalizzazioni d’urgenza. Una volta ridotti i comportamenti problematici a rischio, l’intervento si focalizza sulle difficoltà di queste persone nel mantenere una rappresentazione stabile e integrata di sé e dell’altro.

La relazione terapeutica con il paziente borderline è molto problematica e difficile: il paziente tende a idealizzare il terapeuta, passando a una repentina svalutazione dello stesso e conseguente interruzione della terapia. Mantenere una continuità terapeutica è quindi un processo molto delicato, sebbene sia necessario per ottenere dei risultati a medio-lungo termine.

La terapia farmacologica: può essere indicato l’uso di stabilizzanti del tono dell'umore per ridurre l’impulsività, l’ansia e la disregolazione emotiva.

Le linee guida internazionali sul trattamento della personalità borderline indicano la necessità di un approccio integrato che coinvolga anche il contesto in cui vive il paziente.



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